DiFra ha battuto il nemico più complicato: lo scetticismo
Martedì 31 ottobre 2017
Ma guarda tu, non ci si crede. Zitto zitto, è proprio Eusebio Di Francesco, che ha dovuto lottare con il più grande scetticismo mai visto nei confronti di un allenatore passato da queste parti, a riportare la Roma a rialzare la testa in Europa. Non solo, ora la sua squadra è a un passo dalla qualificazione agli ottavi di Champions League dopo aver annientato il Chelsea di Conte, la più ampia vittoria contro un'inglese. E l'ultima volta che è arrivato questo risultato, due anni fa (dicembre. 2015), l'Olimpico ha fischiato per la vergogna, perché l'accesso agli ottavi era arrivato dopo uno zero a zero triste e mesto contro il Bate Borisov.
Ripetiamo: contro il Bate Borisov. La stessa squadra che ne prese sette dal Bayer Monaco e che per anni non riusciva a vincere in campo europeo, tranne in rare eccezioni, magari in Europa League con avversarie molto modeste. E Garcia non andava bene, Spalletti che qui hanno adorato in tanti, è andato via perdendo in Europa League contro il Lione. E proprio l'amore - di tanti ma non tutti - per Spalletti si è trasformato in scetticismo, diciamo così, nei confronti del povero Eusebio che è arrivato e ha solo chiesto tempo per ripartire. Tempo per dimenticare Spalletti, che lo assaliva come un fantasma. DiFra sta facendo un lavoro straordinario, con mezzi ancora completi, perché deve combattere con mille infortuni e una campagna acquisti che ancora non si è vista in campo, almeno non nella sua totalità: all'appello mancano Karsdorp, Schick, un pezzo di Moreno e un pezzo di Defrel. I quattro che avrebbero dovuto rinforzare la Roma, ma la Roma alla fine l'ha rinforzata lui, Eusebio, con le sue idee, il suo garbo, la sua sincerità, la capacità di non avvelenare un ambiente già velenoso di suo, il suo saper coinvolgere tutti i calciatori.
Ha abbassato i toni della discussione e ha messo dentro alcuni ingredienti semplici semplici: la capacità di cambiare, il sapersi adattare e una mentalità offensiva, con equilibrio. Equilibrato Eusebio, equilibrata la Roma, che lotta, vince, non prende gol e ora ha imparato anche a segnarne più di uno a partita. La sfortuna lo tiene un po' distante, me nemmeno troppo, da chi in campionato sta volando. Ma in Champions sta andando tutto come si sognava, anzi anche di più. Ha trasformato l'utopia in sogno. E ora se la gode, senza ingaggiare rivincite rancorose. Lui non è il tipo che pensa a queste cose. Le lascia ad altri che fanno il suo lavoro ma che sono molto, molto più celebrati e, ma si, anche rancorosi. Per adesso i risultati sono con lui. Lunga vita, dunque. E tante altre serate come questa.
di Alessandro Angeloni
Fonte: Il Messaggero
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